La rappresentazione della crisi familiare e la rinascita del rapporto

L’universo familiare è immenso e complesso. Le relazioni che vi nascono non sono mai tutte uguali. O tutte felici. Di conseguenza, la loro rappresentazione in campo cinematografico non è mai omogenea: da una versione classica di famiglia felice che affronta congiuntamente le avversità della vita, si passa ai retroscena più complessi, con le difficoltà, divergenze, incomprensioni e drammaticità che questo tipo di relazioni spesso comportano. Tutto ciò permette a questo tipo di cinema di svilupparsi in quanto metagenere, capace di inglobare, mescolare e prelevare elementi da tutti gli altri generi. Si accede così a una dimensione, sì variegata, ma forse più verosimile, che permette una sorta di vicinanza a quella che può essere la realtà dell’ambiente domestico.
Raccontare il vissuto familiare può diventare, a volte, un’esigenza: è la forma primaria dell’organizzazione sociale, che modella e influenza la personalità e le future relazioni dell’individuo all’esterno di tale contesto. La narrazione cinematografica si piega allora a questa urgenza, indagando la natura stessa dei rapporti. È molto più facile, quasi una prassi, rappresentare una crisi familiare che ruota attorno a tradimenti e drammi correlati. Ma come si racconta un disagio interiore, una discrepanza, una mancanza, che finisce per sfociare nell’ambiente familiare, scontrandovisi e influenzandolo inevitabilmente?   
Riflettendo sul tema in questione e indagando le diverse espressioni in cui è stato declinato, i film selezionati per la settima edizione del MalatestaShort Film Festival mettono in luce un elemento in comune: la “crisi” familiare, che può assumere diverse connotazioni, non necessariamente negative, e la risposta ad essa come stimolo verso la rinascita personale e la riscoperta del rapporto stesso. Tutto questo spinge inevitabilmente verso il bisogno di onestà nel racconto, che andrà a rappresentare qualcosa di così spontaneo come il rapporto tra coniugi, tra genitori e figli, tra fratelli o semplicemente un viaggio all’indietro verso la riscoperta del proprio albero genealogico.

A volte è necessario ripristinare un rapporto perso negli anni in occasione di una perdita, come in An Irish Goodbye. Il film, pluripremiato – tra cui Oscar e BAFTA – e diretto da Tom Berkeley e Ross White, è ambientato nelle campagne dell’Irlanda del Nord e segue la vicenda dei due fratelli Turlough e Lorcan in seguito alla morte prematura della madre. Esplorando il tema della perdita familiare, il film ci permette di osservare da vicino le dinamiche tra due fratelli che si ricongiungono dopo anni. La linea di separazione tra i due è quasi palpabile nei primi minuti del film. Il tentativo di ripristinare un rapporto in declino, divergente da diversi punti di vista e, quindi, di colmare il vuoto tra i due viene rappresentato attraverso i toni della commedia, che agevola l’empatia verso i personaggi in una dinamica familiare con cui ci si può facilmente identificare.

Diverso è quello che succede tra Rosario, noto boss della malavita napoletana, e Antonio, suo figlio, nel documentario Il Posto del Padre. Rosario, dopo trent’anni di carcere, è da poco tornato in libertà. Il suo compito più importante adesso è quello di costruire da zero il rapporto con Antonio, cercando di rimediare agli anni di assenza. L’ombra del passato di Rosario è molto presente e difficile da ignorare; tuttavia, i due cercano un punto di contatto per far sbocciare quel rapporto padre-figlio che non si è mai creato propriamente. Il Posto del Padre pone la questione dei rapporti familiari in una luce diversa, quasi inaspettata, intima e vicina, senza cadere nel cliché.

In Soluzione fisiologica entriamo in una dimensione ancora più profonda e drammatica. Questa volta è la vicenda di due fratelli. È la storia di un uomo costretto a vivere nella paralisi, sia mentale che fisica. Ma è anche la storia di un altro uomo, suo fratello, che se ne prende cura. Quello che ci arriva, superata la realtà del visibile, è l’amore incondizionato tra i due, la forza del legame fraterno che li unisce. Ed è proprio questo il vero protagonista del film, assieme alla volontà di superare i propri limiti per la sopravvivenza quotidiana. È una sfida questa, una lotta, percepibile negli ambienti e nei dialoghi.

La forza di un legame familiare può essere espressa attraverso un viaggio sensoriale alla riscoperta del proprio contesto culturale d’origine. È quello che fa Shubham Sharma con il suo film sperimentale A Family Portrait. Il regista si chiede: come si può descrivere un ritratto di famiglia senza parlare della realtà in cui vivono? Ed è infatti attraverso l’uso, con sguardo intimo, del materiale d’archivio che il regista riesce a ricostruire il suo “ritratto di famiglia”, la realtà delle sue origini. Si tratta di un film auto-etnografico, che prende una piega quasi nostalgica nell’evidenziare il rapporto tra memoria e distanza e l’importanza di questi due elementi nell’esperienza di un immigrato.

Ma c’è anche un modo più divertente, quasi irriverente, di raccontare una relazione familiare, come fa Old tricks. Attraverso l’impiego di quella che Edoardo Pasquini (regista, assieme a Viktor Ivanov) definisce “commedia seria”, il film ci mostra la quotidianità di una coppia di coniugi anziani, ora congelata a causa della pandemia da Covid-19. La coppia risponde alla noia causata dall’isolamento con un insolito gioco a punti. È il tentativo di risvegliare l’interesse, di stimolare l’attenzione, anche se in maniera grottesca, nell’abitudinarietà di una coppia sposata da anni.

Tutti questi punti di vista, esplicitati nei film menzionati, mettono in luce le molteplici declinazioni espressivo-artistiche nella rappresentazione di un rapporto familiare, nonché quelle che sono anche le realtà di questo tipo di relazioni, in cui possiamo, se vogliamo, rispecchiarci. Cadere nello stereotipo è molto facile, ma questi film ci dimostrano come è possibile attuare diversi punti di vista, parlando della stessa cosa in contesti e modalità diverse. Inoltre, ci insegnano come sia quasi sempre possibile ricavare il meglio da una situazione sfavorevole, valorizzandone i punti di forza e apprezzandone le piccole parti. La rinascita allora sembra essere la risposta alla crisi.

 I FILM

An Irish Goodbye, di Tom Berkeley, Ross White, 2022, Irlanda
Il posto del padre, di Francesco D’Ascenzo, 2023, Italia
Soluzione fisiologica, di Luca Maria Piccolo, 2023, Italia 
A Family Portrait, di Shubham Sharma, 2022, Germania/India 
Old tricks, di Edoardo Pasquini, Viktor Ivanov, 2022, Italia/Bulgaria