Per la 5^ edizione del nostro festival, il team del Malatesta Short e quello di FIC Wallmapu hanno unito i loro sguardi filmici per ridurre le barriere sociali.

Se il cinema ha senso come arte collettiva -e collaborativa- non possono che esserlo anche i festival raccolti attorno ad esso. Nel 2021 si è dato inizio ad una nuova importante collaborazione: quella con FIC Wallmapu, festival internazionale di cinema Indigeno di Temuco, Cile. Il team opera per la valorizzazione del patrimonio audiovisivo di popoli in lotta. La selezione dei cortometraggi che il festival ha deciso di presentare al pubblico italiano, non solo si è dimostrata variegata ed interessante, ma dal forte taglio sociale capace di far luce su molti aspetti delle varie comunità. Diverse sono state le serate promosse sotto questa collaborazione, estese anche in eventi fuori dal MalatestaShort Film Festival.

Il primo appuntamento, una serata di anteprima, si è svolta a Spinadello (Forlimpopoli) venerdì 30 luglio 2021. Il titolo scelto, Tierra y comunidad (Terra e comunità), sottolinea senza difficoltà la forte impronta comunitaria e locale che i quattro corti selezionati dal team di FIC Wallmapu hanno mostrato agli spettatori. Si è scelto di partire con una conversazione informale con Andrea Fantini, geografo e agronomo territorialista, che ha aiutato ad entrare nel vivo delle tematiche mostrate. Alle 21:30 si è proseguito poi con la visione collettiva, all’aperto, delle pellicole scelte, a cura di Fic Wallmapu e Manuel Zani e con la collaborazione di Spazi Indecisi.

  • Los dueños de la selva en peligro (Pueblos Awá Guajá, Tenetehara, Brasil, di Mari Correa).
  • 56 (Madagascar, África, di Marco Huertas).
  • Itrofill Mongen (Pueblo Mapuche, Wallmapu, di Diego Olivos).
  • Burkinabè Bounty, di Iara lee

Il taglio sociale e attivista della collaborazione è proseguito all’insegna del camion del cinema itinerante, il Cinema du Desert. L’iniziativa -ecologica in quanto sfrutta l’energia solare usando i pannelli per dare l’elettricità allo schermo e promuovendo la piantumazione di alberi per compensare l’energia in eccesso consumata- ha l’obiettivo portare il cinema nei luoghi più disparati, senza barriere. La tappa italiana ospitata nell’ambito del nostro festival, ha dato vita a due serate tenutesi il 10 e 11 settembre scorso. Proprio quest’ultima, dedicata al cinema nel mondo dove gli spazi sociali diventano visioni privilegiate nell’ambito filmico, ha visto una proposta a firma di FIC Wallmapu, unita a opere in concorso:

  • K2 y los porteadores invisibles di Iara Lee (fuori concorso) -Silk’s balance di Elise Lorthiois, (Concorso internazionale, categoria Experimental)
  • The scrag di Tomasz Wisniewski (Concorso internazionale, categoria Documentario)

L’attenzione privilegiata sulle tematiche (de)coloniali, sociali, ambientali ed economiche di comunità molto diverse da quelle in cui viviamo è proseguita anche a Novembre, durante l’extended cinema focus Africa. FIc Wallmapu ha portato all’attenzione degli spettatori due cortometraggio: La Fiesta, Transformación de un ritual, di Felipe Giraldo Orozco, Colombia 2017 e La fiebre del oro, di Raul de la Fuente, Spagna 2017.
Il team di FIC Wallmapu ha collaborato infine anche come giurato del concorso internazionale, nella sezione documentari.

Le collaborazioni internazionali del nostro festival, ci permettono non solo di sperimentare nuove prospettive organizzative, ma ci offrono la possibilità di avere uno sguardo privilegiato e attento su diverse realtà. La visione filmica non diventa solo mezzo d’intrattenimento, ma di conoscenza e approfondimento.

Foto tratta dal film “Burkinabè Bounty” di Iara Lee
Foto tratta dal film “Los duenos de la selva en peligro” di Flay Guajajara