Un film in particolare mi ha dato un’emozione speciale, per il suo tenace tentativo di scolpire un ricordo: “a family portrait”, del giovanissimo regista indiano Shubhan Sharma.

Non credo possa considerarsi un film, in realtà: la sceneggiatura è lo sforzo di afferrare un pezzo di vita, ormai un’altra vita, ed entrarvi dentro. Apparentemente è una ricostruzione di un momento del passato, con scene di vita famigliari all’interno di una abitazione domestica e altre tratte dalla strada; ma è senzaltro qualcosa di più: è provare a vivere un ricordo.

La casa di infanzia , così vivida nella memoria, non si può più varcare. Alcune immagini di repertorio famigliare ci permettono l’accesso; altre riprese, oggi, raccolgono i volti della strada, annullando la distanza del tempo.

Struggente questo film, proprio perché unisce pezzi di vita separati dal tempo: i volti indiani e le motociclette sembrano parlarci di un tempo immutabile; sono gli stessi che il regista avrebbe potuto filmare scendendo in strada al tempo in cui abitava nel quartiere.

E poi c’è il tempo mutevole delle nostre vite, con la casa d’infanzia appartenente ora probabilmente ad altre persone, con i micro/giganteschi passi che ci portano ad essere indiani in Germania.

Il film è la nostalgia di un mondo che non esiste più e il miracolo di riviverlo proprio come nel ricordo, filmando l’immutevole dell’oggi.

Sono anni che desidero fare un’opera come questa.

La mia via dell’infanzia è ancora accessibile e si trova in una città che ancora frequento spesso; quando passo in bicicletta lì a fianco, la sbircio sempre.

Ma non entro a guardare.

La tentazione di varcare il condominio è fortissima, tutte le volte. Eppure, scavalcare la soglia avrebbe l’effetto opposto di questo film: quello di distruggere il tempo.

Là dentro, nell’edificio in cui riconosco nel terzo piano il mio appartamento come leggermente mutato, ma tutto sommato sovrapponibile ai miei ricordi, vivono le persone del mio immaginario infantile.

Se entro, si infrangerebbe tutto, in rughe, stampelle, gente estranea che abita in casa mia.

La bellezza di questo film è nell’essere riuscito a rientrare in casa senza distruggere il tempo e senza ricostruirlo artificiosamente, come spesso accade nei film di archivio.

A family portrait, di Shubhan Sharma, Germany, doc archive, 4’48 “, 2022

anteprima nazionale

In concorso “Experimental and art film”

Sab 2 /dom 3, lun 4 settembre 2023, dalle 18.30 alle 19.45 , chiesa San Zenone, contrada Uberti 6, Cesena.